La Val di Mello negli ultimi anni è diventata una delle valli più famose della Lombardia.
Siamo in Val Masino, in Valtellina.
Chi non ne ha mai sentito parlare?!
Io stessa ci sono stata molte volte:
la bellezza di questa valle sembra ancora incontaminata, è facile da raggiungere e la prima parte del trekking è adatta a tutti, bambini piccoli compresi.
Chi cerca un po’ di fresco solitamente si rifugia qui per un pic-nic sulle rive del torrente, per un bagno ghiacciato nei due laghetti oppure per mangiare in uno dei tanti ristoranti che si trovano lungo il percorso.
Questa volta però ho deciso di vedere la Val di Mello in una veste diversa dal solito.
L’ho vista spesso in estate, qualche volta in autunno… ma mai a marzo, quando risente ancora del clima invernale.
Merita di essere visitata anche in questo periodo?
Te lo svelo tra poco.
Come arrivare
Lungo la SS 38, poco dopo l’uscita dalla galleria di Morbegno, svolta a sinistra seguendo le indicazioni per “Mello”, “Civo”, “Cevo”, “Val Masino”.
Segui la strada asfaltata e percorri tutti i tornanti per altri 16 km fino a quando arriverai al paese di San Martino, dove puoi parcheggiare.
Se preferisci l’alternativa meno inquinante puoi raggiungere la valle anche con i mezzi pubblici!
Prendi il treno fino a Morbegno e poi l’autobus per la Val Masino.
La partenza del trekking: dove parcheggiare
San Martino è ormai ben attrezzata per l’arrivo dei turisti.
All’inizio del paese ci sono due parcheggi a pagamento su sterrato e su erba.
A due passi trovi anche l’infopoint aperto in alta stagione.
Non essendoci tante visite al di fuori del periodo estivo io ho proseguito addentrandomi nel paese e parcheggiando gratuitamente al centro sportivo.
In questo modo per iniziare il trekking si può prendere un comodo sentiero che non passa all’interno del paese.
Se vuoi accorciare il percorso c’è un parcheggio a pagamento anche oltre San Martino,
ma nei periodi più turistici devi essere davvero fortunato se trovi posto qui:
solo i primi 50 visitatori possono accedere.
Puoi fare il biglietto al distributore automatico a San Martino.
Val di Mello: prima parte del trekking
Lasciato San Martino alle spalle, in base a dove hai deciso di parcheggiare puoi scegliere tra tre sentieri differenti.
- La strada asfaltata;
- Il sentiero che inizia dal centro del paese e sale leggermente all’interno del bosco per poi finire di nuovo sulla strada principale;
- Il sentiero che dal centro sportivo costeggia il torrente, sale nel bosco e poi si collega al precedente.
Una volta superato questo primo e breve tratto sei a tutti gli effetti lungo il sentiero principale che attraversa la valle.
Questa prima parte del trekking è davvero semplice.
Si cammina sempre costeggiando il Torrente Mello, in piano.
Il fondo del tracciato non è sconnesso, facile da percorrere e non ci sono mai punti esposti.
Mi piace definire questa parte del trekking come “bucolica” perché sembra davvero di essere in un mondo fantastico.
Il torrente, i prati verdi, le tipiche baite con le piode sui tetti e le aspre cime più alte tutte in granito ti fanno sembrare di essere in una fiaba.
Il “Bidet della Contessa” e il “Laghetto del Qualido” sono i punti di interesse solitamente più gettonati.
Ogni tanto alza gli occhi e guarda in alto!
Potrai scorgere degli abili arrampicatori: la Val di Mello è una meta molto gettonata anche per l’arrampicata.
Val di Mello: seconda parte del trekking
Arrivato al fondovalle, sempre costeggiando il torrente, supererai una delle ultime baite in località Rasica.
La maggior parte delle persone in cammino di solito si ferma qui.
Ma la Val di Mello offre ancora tante bellezze!
Da questo punto in poi il sentiero è selciato e si addentra nel bosco.
Questo è uno dei miei boschi preferiti: il sottobosco è ricco di muschio ed è sempre verde, in ogni stagione.
Prima di imboccare la salita avvicinati al torrente: c’è una magnifica cascata.
Ora il trekking si fa impegnativo: tutto il dislivello è concentrato qui.
Il sentiero si sviluppa interamente nel bosco, affiancando alcune pareti di arrampicata a sinistra e il torrente a destra.
Si sale. Tra rocce, gradini e ponticelli, per circa 350 metri di dislivello.
Quando il bosco si dirada avrai modo di riprendere fiato:
un punto di belvedere si affaccia su tutta la vallata e sulle cime più alte.
Da qui puoi vedere in lontananza tutto il percorso che hai fatto finora!
Non è ancora finita: un ultimo sforzo in salita e raggiungerai gli alpeggi.
La meta di oggi infatti è la Casera Pioda nell’omonima Alpe.
Il paesaggio qui è differente rispetto alla “classica” escursione che si fa di solito, ma rimane comunque molto suggestivo.
D’estate il ristoro è aperto e puoi proseguire nel trekking compiendo il “sentiero di interpretazione ambientale” ideato per ammirare le antiche foreste di conifere presenti.
Lo voglio fare anche io quindi prima o poi lo troverai nel blog!
Ritorno ad “anello”
Per tornare indietro dovrai percorrere lo stesso sentiero dell’andata.
Una volta arrivato ai prati di Rasica però, per variare, puoi spostarti sull’altra sponda del torrente e ammirare la Val di Mello da un altro punto di vista.
Questa parte di trekking solitamente è davvero poco frequentata:
il sentiero non è ben tracciato,
ma è di facile percorrenza, quindi presta più attenzione soprattutto se c’è ancora neve.
Alcuni ponti ti permetteranno di tornare sul sentiero dell’andata nel punto in cui più preferisci,
altrimenti puoi proseguire da questa parte fino al parcheggio a pagamento sopra San Martino.
Purtroppo ho perso quasi tutte le fotografie che ho scattato! Per avere un assaggio però puoi guardare il video:
Dettagli del trekking e consigli utili
Parcheggio: 46.238413562255694, 9.632432151690018
PRIMA PARTE DEL TREKKING: DA SAN MARTINO A RASICA
Lunghezza: 4,3 km
Dislivello positivo: 224 metri
Quota più bassa: 928 metri slm
Quota più alta: 1152 metri slm
Difficoltà: molto facile
SECONDA PARTE DEL TREKKING E RITORNO: PERCORSO TOTALE
Lunghezza: circa 14 km
Quota più bassa: 928 metri s.l.m.
Quota più alta: 1559 metri s.l.m.
Dislivello positivo: 631 metri
Difficoltà: media. È richiesto un minimo di allenamento a causa del dislivello.
ATTENZIONE. L’esposizione della valle al Sole è bassa e quindi a marzo si trova ancora ghiaccio, anche durante la prima parte del trekking.
Porta con te l’abbigliamento adatto (anche antivento).
Nella seconda parte del trekking i RAMPONCINI sono necessari.
Curiosità naturalistiche della Val di Mello
I sentieri che percorriamo vengono creati e plasmati in base alla conformazione delle valli e delle montagne che attraversiamo.
Ecco perché la prima parte del trekking in Val di Mello è così semplice: la conformazione a U della valle ci sta comunicando la sua origine glaciale.
Per questo il fondovalle e il sentiero sono molto ampi, in piano, attraversati ininterrottamente dal torrente.
I laghetti presenti sono spesso di origine secondaria dovuta a degli sbarramenti da frana: il Laghetto di Qualido si è formato così nel 2009, anno in cui la Val di Mello è diventata la Riserva Naturale più estesa di tutta la Lombardia.
Questa valle è il posto ideale per allenare la tua curiosità naturalistica e per avvicinare i bambini a questo mondo!
Infatti, se cerchi bene, tendi l’orecchio e aguzzi la vista puoi osservare:
- Ungulati, soprattutto camosci
- Tassi, volpi e martore
- Micromammiferi, soprattutto roditori
- La trota fario (Salmo trutta), autoctona!!!
- Tante specie di uccelli, dai passeriformi a numerosi rapaci diurni, aquila reale compresa (ho avuto la fortuna di vedere un esemplare proprio nell’ultima escursione!)
- Boschi di latifoglie nel fondovalle
- Foreste di conifere spesso monumentali
- Prati umidi
- Torbiere nell’Alpe Pioda
Insomma, si fa presto a capire perché sia diventata una Riserva Naturale!
La biodiversità di questa valle è davvero elevata e bisogna preservarla:
quando cammini qui dovresti esserne consapevole e non diventare un motivo di disturbo.
Stagioni a confronto: possiamo parlare di cambiamento climatico?
Ritorniamo alla domanda principale.
Vale la pena andare in Val di Mello al di fuori dell’estate?
Io dico sì, con la consapevolezza di vedere questo territorio con colori diversi dal solito, magari un po’ spenti, ma sapendo anche di incontrare davvero poche persone.
C’è una cosa che ancora non ti ho detto.
Fin da sopra San Martino il torrente Mello era completamente asciutto.
Da una parte questa potrebbe essere una cosa normale: un torrente, per definizione, è un corso d’acqua che può avere grandi variazioni di portata durante le stagioni.
Normalmente infatti i torrenti di montagna hanno la portata massima in primavera-estate quando le acque di scioglimento confluiscono dai ghiacciai al corso d’acqua.
Questa volta però un’atmosfera di tristezza aleggiava lungo la valle.
Pur essendo un torrente, non è normale che a marzo il Mello sia completamente arido.
Non pioveva da più di 100 giorni.
Abbiamo iniziato a trovare più acqua solo all’altezza della cascata: avendola vista anche d’estate vi assicuro che la portata questa volta era molto minore.
Non voglio essere noiosa, ma fare trekking può servire anche a questo:
a rendersi conto di quello che sta succedendo al pianeta.
Spesso prendere questa consapevolezza attraverso un trekking che ci sta a cuore, in una valle amata da tutti, ci fa aprire gli occhi.
Anche per questo ti consiglio di far visita alla Val di Mello, un paradiso che sta subendo gli effetti dei nostri abusi.
Per scoprire invece il trekking urbano clicca qui.
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