Il Sentiero Glaciologico dei Forni: escursione spettacolare in Valfurva

12 Min Lettura

Il Sentiero Glaciologico dei Forni è un’escursione spettacolare che si snoda attraverso il ghiacciaio dei Forni nella splendida Valfurva.

La passeggiata offre panorami mozzafiato di ciò che è rimasto del ghiacciaio e delle montagne circostanti

mentre si attraversano passaggi suggestivi come i ponti tibetani sul torrente Frodolfo che scende proprio dal ghiacciaio.

Questa escursione è un’esperienza unica che facilmente conquisterà i vostri cuori amanti della montagna e dei caratteristici paesaggi dell’Alta Valtellina.
Per scoprire tutti i suoi segreti continua a leggere

e se stai pensando di trascorrere le vacanze tra i sentieri valtellinesi posso aiutarti nell’organizzarle al meglio!

La partenza dell’escursione

La partenza dell’escursione è al Rifugio Forni, raggiungibile in auto o con il servizio navetta disponibile nella zona.

Il punto di riferimento per raggiungere il parcheggio è Santa Caterina Valfurva:

appena entri in paese mantieni la sinistra e raggiungerai l’imbocco della strada che sale ai Forni.

Ad un certo punto sulla destra troverai un parcheggio sterrato:

se decidi di raggiungere il Rifugio dei Forni in auto, fermati alla macchinetta per pagare il ticket per il passaggio che costa 10euro al giorno.

Continuerai poi a percorrere una strada asfaltata inizialmente in piano che prende via via sempre più quota con tornanti e nel giro di meno di 10 minuti avrai superato il Rifugio Stella Alpina e raggiunto il Forni.

Il parcheggio è sterrato e nei giorni più gettonati di alta stagione (soprattutto la settimana di ferragosto e nei weekend estivi) ti consiglio di arrivare la mattina presto:

il posto per parcheggiare è molto ampio, c’è anche la toilette, ma ti assicuro che qui di turismo ce n’è molto e rischierai di ritrovarti senza posto auto.

 

sentiero glaciologico dei forni
sentiero glaciologico dei forni
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Escursioni in Valfurva: un crocevia di sentieri

Dal parcheggio dei Forni partono diversi sentieri, tutti indicati dai cartelli.

Questa a parer mio è tra le valli più belle dell’Alta Valtellina, insieme alla Val Zebrù, la Val Viola e la Val di Rezzalo: le mie preferite 🙂

Ti consiglio infatti di venire qui più volte e provarle tutte:

alcune sono anche adatte ai bambini.

Ecco alcune escursioni che puoi fare in Valfurva:

  • Dal Rifugio Forni al Rifugio Branca seguendo la strada (Adatta ai bambini)
  • Dal Rifugio Forni Al Rifugio Pizzini seguendo la strada (Adatta ai bambini)
  • Dal Rifugio Forni al Rifugio Branca sul Sentiero Glaciologico Basso (Adatta ai bambini abituati alla montagna)
  • Anello dal Rifugio Forni per il Sentiero Glaciologico-Rifugio Branca-Rifugio Pizzini
  • Dal Rifugio Forni al Rifugio Casati
  • Il giro del Confinale
  • Dal Rifugio Forni al Lago della Manzina, Cima del Confinale e Cima della Manzina

    …e ce ne sono molte di più che toccano cime più impegnative, come la Punta San Matteo o il Cevedale che essendo però vie alpinistiche non inserirò in questo articolo.

L’anello dei tre rifugi

Ora veniamo al dunque:

voglio raccontarti l’anello che ho fatto toccando i due rifugi principali, il Branca e il Pizzini, partendo dal Rifugio Forni.

È il giro perfetto se vuoi vedere due valli spettacolari e se non hai tempo di tornare qui per una seconda escursione.

Con questo trekking di montagna puoi vedere la maggior parte delle bellezze della Valfurva e fare due escursioni in una!

Ovviamente è un escamotage che richiede un po’ di fatica in più:
più sotto puoi trovare tutti i dettagli dell’escursione e capire se possa fare al caso tuo.

 

Informazioni tecniche sul percorso: bambini sì o no?

Per tutto l’anello non troverai punti attrezzati e percorrerai un sentiero con fondo sterrato e molto facile;

l’unico punto più tecnico è la discesa che dai ponti tibetani scende al Lago delle Rosole alle spalle del Rifugio Branca:

semplicemente bisogna prestare un po’ più di attenzione perché si cammina sullo sfasciume di roccia lavorato dal ghiacciaio e occorre avere con sé scarpe da trekking.

È un giro che consiglio alle famiglie con bambini almeno sopra i 10 anni di età e soprattutto che hanno già un po’ di km nelle gambe, abituati a camminare per diverse ore e alla montagna.
Altrimenti, puoi benissimo portare i bambini a fare le due escursioni ai rifugi che seguono la strada principale in due giornate differenti: sono dei buoni allenamenti che io facevo quando ero molto piccola!

Il percorso: Il Sentiero Glaciologico Basso

Partendo dal Rifugio Forni prendi il sentiero numero 524 alla destra del parcheggio.

In questo modo starai entrando nella vera e propria Valle dei Forni che rimane sulla tua destra rispetto al torrente Frodolfo che ti troverai subito davanti.

In breve tempo raggiungi la Piccola Diga che convoglia le acque del torrente principale della valle, appunto il Frodolfo, e dei corsi d’acqua secondari.

Il percorso procede in piano o con dei leggeri sali-scendi che ti permettono di osservare la vallata scavata dalle acque impetuose del torrente.

In lontananza puoi già scorgere il fronte del ghiacciaio in tutta la sua maestosità.

Infatti, il parcheggio dei Forni si trova a quota 2000 metri, il che vuol dire che il bosco è limitato ai primi passi sul sentiero.

Le ultime conifere infatti si diradano subito lasciando il posto alle bellissime fioriture del rododendro e alle altre specie arbustive e floristiche tipiche del paesaggio alpino.

In questo modo avrai ben chiara la direzione da mantenere e la meta è ben presto visibile:
il Ghiacciaio dei Forni è imponente davanti a te, sulla sinistra dall’altra parte del Frodolfo è ben visibile la strada delle jeep e il Rifugio Branca si paleserà in fondo a sinistra.

 

sentiero glaciologico dei forni
sentiero glaciologico dei forni
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Il bivio: il Sentiero Glaciologico Alto

Fino a qui hai seguito il Sentiero Glaciologico Basso,

ma ben presto sarai ad un bivio.

A sinistra ti rincongiungerai con la strada principale e attraverserai il Frodolfo:

questa potrebbe essere un’alternativa valida per bambini se non vuoi fare tutto il percorso sulla strada.

Io qui ho deciso di svoltare a destra e incontrarmi con il Sentiero Glaciologico Alto:

anche la partenza di questo sentiero è all’altezza del parcheggio dei Forni

ma io ho scelto di non farlo semplicemente per fare un po’ meno dislivello.

Se sei allenato puoi benissimo scegliere questo percorso decisamente più panoramico dell’altro!

Ma torniamo ai nostri passi:

al bivio scelgo il sentiero di destra per un motivo ben preciso…
voglio avvicinarmi al ghiacciaio e intraprendere la parte più bella di tutto il Sentiero Glaciologico!

I magnifici Ponti Tibetani

Prendi quindi il sentiero numero 520.1,

i cartelli indicano “Ponti Tibetani”.

Con 50 minuti di cammino e qualche metro di dislivello in più,

arriverai proprio nei pressi della lingua glaciale e sarai sospeso sul torrente grazie ai magnifici ponti che sono stati appositamente costruiti.

Sono tibetani per davvero eh, pronto a traballare un po’?!

Qui il territorio cambia:

il verde brillante dei prati punteggiati dalle svariate specie di fiori alpini lascia spazio ad un territorio più aspro, caratterizzato da imponenti rocce ferrose e dal continuo rumore dell’acqua del Torrente Frodolfo.

Superate le ultime rocce, finalmente si vedono i ponti tibetani.

Sono posti proprio dove qualche decennio fa c’era la lingua glaciale:

qui si può ammirare il ghiacciaio e il suo inesorabile ritiro.
Purtroppo, io ci sono stata appena due anni fa e nonostante questo devo ammettere che nel giro di due anni il ghiacciaio si è ritirato ancora di più.

sentiero glaciologico dei forni
sentiero glaciologico dei forni
sentiero glaciologico dei forni

Perché proprio la Valfurva?

Ma perché tengo così tanto a questo articolo?

Per due motivi principali:

  • il primo è più sentimentale: frequento l’Alta Valtellina da quando sono piccolissima e avrò visto il Rifugio Branca, il Pizzini e il Ghiacciaio davvero tantissime volte. Così tante da ricordarmi quando il Forni arrivava quasi a toccare il lago delle Rosole…
  • il secondo è decisamente più scientifico: la Valle dei Forni e il suo Ghiacciaio sono i protagonisti della mia tesi di laurea in didattica delle Scienze Naturali!
    Non posso non dedicare quindi due parole ai resti del maestoso Ghiacciaio che ha visto la Valtellina la protagonista di un primato…

Il Ghiacciaio dei Forni: i resti di un primato

Iniziamo con ordine: ecco un inquadramento della zona.

La Valle dei Forni è situata in Valfurva (SO) in Alta Valtellina ed è interamente inserita nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio.

Prende il nome dall’omonimo ghiacciaio appartenente al gruppo Ortles-Cevedale che è inserito nel catasto dei geositi della Provincia di Sondrio ed era il più grande ghiacciaio vallivo italiano e l’unico di tipo himalayano, cioè formato da bacini composti.

Nello specifico il Ghiacciaio dei Forni è caratterizzato da 3 bacini di accumulo che confluiscono a quota 2700 metri formando un ampio pianoro e protende una lingua che scende verso Nord.

Secondo lo studio condotto da Regione Lombardia “i ghiacciai della Lombardia, una risorsa da conoscere” il Ghiacciaio dei Forni era il più grande fino a quando, a causa della contrazione della massa glaciale, la sua superficie è passata da 13,2 km2 nel 1981 a 12 km nel 2003, lasciando il primato al Ghiacciaio dell’Adamello con i suoi 15,66 km2 di estensione nel 2015.

Proprio in questi giorni si è svolta la prima parte della spedizione di GreenPeace Italia e del CGI in cui gli esperti, tra cui due miei professori universitari, hanno monitorato l’andamento di alcuni ghiacciai, tra cui proprio il Forni.

Come ci aspettavamo, le notizie non sono buone.

Anzi, sono proprio pessime:

il Forni sta perdendo il 50% di spessore per fusione rispetto al 2022.

Le misurazioni hanno registrato 37 cm di ghiaccio persi in 4 giorni (la media è di 6 cm al giorno).
In pratica, è un malato terminale.

Cambiamenti climatici in Alta Valtellina

Che cosa lega questa terra al ghiaccio?

La morfologia di questa valle, ed in generale quella della Valtellina, è legata all’azione di modellamento esercitata dai ghiacciai che hanno agito con tempi e modalità diverse:

in particolare nell’Alta Valtellina è evidente la predominanza dell’azione dei ghiacciai quaternari.

Inoltre, dato che i ghiacciai alpini sono direttamente influenzati dalle variazioni climatiche che causano un aumento o riduzione delle loro dimensioni, tramite il loro studio e attente osservazioni è possibile risalire alle oscillazioni climatiche dell’Olocene.

Per questo motivo infatti il Ghiacciaio dei Forni è costantemente monitorato ed è il protagonista di studi volti a quantificare gli impatti del cambiamento climatico:

la Valle dei Forni rappresenta quindi un’interessante area di ricerca caratterizzata da un notevole interesse scientifico.

Purtroppo, la situazione oggi è davvero drammatica e probabilmente abbiamo già toccato il punto di non ritorno.

Ciononostante, scrivo per far sì che più persone possibili prendano consapevolezza e aprano gli occhi:
cercate di condividere il più possibile questi dati.

Il Sentiero Glaciologico dei Forni: storie di guerra e di alpinismo

Qui però non c’è solo natura…

Il Sentiero protagonista di questa escursione è stato realizzato nel 1995 per ricordare il centenario della fondazione del Comitato Glaciologico Italiano.

Oltre alle potenzialità riguardanti strettamente le discipline scientifiche che ho accennato prima,

le particolarità di questo territorio permettono di acquisire competenze anche interdisciplinari.

Il sentiero infatti ha una grande rilevanza storica perché lungo il suo percorso è possibile osservare i resti delle postazioni militari del primo conflitto mondiale.

Il Sentiero Glaciologico dei Forni è quindi un luogo carico di storia.

Durante la prima guerra mondiale, infatti, la zona fu teatro di aspri combattimenti tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico.

Alcune trincee e fortificazioni sono ancora visibili lungo il percorso e rappresentano un importante patrimonio storico e culturale.
Inoltre, la bellezza di questa valle affacciata sul profilo delle famose “tredici cime” la rendono una delle mete più gettonate dell’Alta Valtellina e la protagonista di spunti di riflessioni e di osservazione di zone montane facilmente accessibili, come le pendici del maestoso ghiacciaio.

Il Rifugio Branca

Dopo questo doveroso excursus, torniamo all’escursione…

Una volta attraversati i due magnifici ponti tibetani si raggiunge la parte di sentiero più tecnica che ti raccontavo poco fa: una veloce discesa su pietraia ti porta nei pressi del Lago delle Rosole: situato proprio alle spalle del Rifugio Branca, è un piccolo laghetto di origine glaciale incastonato tra le montagne.

Da qui la vista è spettacolare, da una parte il Ghiacciaio dei Forni, dall’altra il verde dell’intera valle fino a scorgere in lontananza il punto di partenza del giro di oggi.

Superato un ponticello nei pressi di una bella cascata, segui il sentiero e in 5 minuti sarai al Rifugio Branca.

Una tappa al rifugio è d’obbligo se hai tempo e voglia di gustarti un piatto tipico di alta montagna,
ma ricorda che il percorso da fare è ancora lungo!

sentiero glaciologico dei forni
sentiero glaciologico dei forni
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Dal Branca al Rifugio Pizzini: la Val Cedec

Lascia il Branca alle spalle e prendi il sentierino che sale sulla destra:

ti allontani dal rifugio e dalla strada principale, salendo di qualche metro e percorrendo un sentiero un po’ stretto che nel giro di poco ti offrirà una bellissima visuale dall’alto.

Si aprirà davanti a te anche la Val Cedec, sede della prossima meta: il Rifugio Pizzini.

Qui io ho seguito il sentiero principale, ma se non hai problemi di fare qualche metro di dislivello in più e di camminare in punti più esposti, poco sopra c’è un altro sentiero che attraversa le trincee della grande guerra.

Poco cambia perché poi si ricongiungono e continuano verso la fine della Val Cedec.

Incontrerai qualche laghetto e tantissime marmotte:

pensa che anni fa ce n’erano pochissime, mentre ora ti sarà davvero difficile non vederle!

Consiglio: cani al guinzaglio per non disturbarle 😉

In circa un’ora e 50 min. di cammino tra trincee, laghetti alpini, marmotte e un affascinante panorama su tutta la valle si raggiunge la quota 2706m slm dove è situato il rifugio.
La vista è spettacolare: alcune delle famose 13 cime fanno da sfondo, il Rifugio Casati ti guarda dall’alto dei suoi 3269 metri.

sentiero glaciologico dei forni
Rifugio Casati escursione valfurva

Il ritorno ad anello: due varianti

Qui al Pizzini la pausa è davvero meritata:

una buona fetta di torta con la vista sul Gran Zebrù e il Rifugio Casati-Guasti non te la toglie nessuno!

(davvero, i dolci qui sono buonissimi!)

Ora devi prendere una decisione perché ci sono due varianti possibili per tornare alla partenza:

  1. Prendi la strada sterrata normale che in leggera discesa porta al parcheggio
  2. Dopo aver attraversato il ponte sul torrente alla tua destra c’è un sentiero che sale sui prati

Per questo anello, ma anche per l’opzione “Rifugio Forni-Rifugio Pizzini su strada con bambini”, ti consiglio di prendere la seconda alternativa!

Il perché è molto semplice:

  • è la meno gettonata
  • sei poco più in alto della strada (con il minimo di fatica perché il sentiero poi è tutto in piano) e la vista è molto più spettacolare
  • vedrai molti più animali indisturbati
  • sulla strada passano di continuo le jeep-navetta
    È un vero e proprio sentiero panoramico che con l’ultima discesa si ricongiunge alla strada principale proprio a ridosso del boschetto che si affaccia sul parcheggio del Forni!
sentiero glaciologico dei forni
sentiero glaciologico dei forni

Dettagli del trekking e consigli utili

Parcheggio Rifugio Forni: 46.4194320973112, 10.556337394927821

Lunghezza solo Sentiero Glaciologico: 9km, in 2 ore

Dislivello solo Sentiero Glaciologico: 400 m d+

Lunghezza anello dei rifugi: 15,7 km in 5 ore

Dislivello positivo anello: 630 metri

Difficoltà: media. È richiesto un minimo di allenamento a causa del dislivello. Non ci sono punti esposti.

  • Obbligatoriamente indossare scarpe da trekking e attrezzatura adeguata
  • consiglio di portare con sé acqua e crema solare: sia in Valle dei Forni sia in Val Cedec tira sempre vento e nelle giornate di sole scottarsi è all’ordine del giorno!
  • Il Rifugio Forni offre anche la possibilità di pernottamento per chi volesse prolungare la propria esperienza in montagna. Il rifugio dispone di camere e posti letto, oltre ad un’ottima cucina tipica valtellinese.
  • Ricorda di rispettare l’ambiente circostante durante l’escursione e di seguire le indicazioni dei cartelli lungo il percorso.
  • Consiglio di portare gli amici a 4 zampe sempre legati: noi abbiamo portato Bri ed è stata al guinzaglio tutto il tempo per non disturbare le numerose famiglie di marmotte che abitano queste valli (oltre al fatto che è obbligatorio essendo all’interno dello Stelvio).
  • Fermati ai rifugi e gusta i piatti locali, ma ricorda: sei in montagna, non in un ristorante ♥ Ecco i loro siti: Rifugio PizziniRifugio Branca.

 

Andate in Valfurva, ma con rispetto

In conclusione,

il Sentiero Glaciologico dei Forni è un’escursione che consiglio vivamente a chiunque voglia immergersi nella natura incontaminata dell’Alta Valtellina e scoprire le meraviglie del ghiacciaio dei Forni.

È un ottimo posto anche per aprire gli occhi, trovandosi davanti la realtà di quello che sta succedendo al nostro pianeta.

Se sei venuto qui qualche anno fa, ti consiglio di ritornarci: rimarrai inorridito e sorpreso da quanto sia cambiato il ghiacciato nel giro di così poco.

Tornando a parlare di cose belle però voglio dirti che

ogni escursione qui è ricca di bellezza, verdi pascoli, aspre rocce e lo sguardo si perde facilmente sulla vista delle magnifiche alte cime circostanti.

Potresti anche avere la fortuna di incontrare Marco Confortola che si allena tra le sue montagne di casa 🙂

 

Ricorda di avere rispetto per tutto ciò che ti circonda,

di studiare prima il percorso,

di non lasciare tracce,

di usare le tue gambe per raggiungere la meta,

di tornare indietro se vedi che è troppo, senza problemi;

di portare con te i tuoi bimbi e insegnar loro il rispetto della montagna,

degli animali selvatici che non vanno né toccati né nutriti,

di lasciar lì i fiori,

della voce bassa

del portare i tuoi rifiuti a valle con te.

 

Un abbraccio,

Benedetta

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1 Comment
  • Gessica
    21 Luglio 2024

    Ciao!ti faccio davvero tantissimi complimenti!sto rileggendo con passione gli articoli che riguardano escursioni che vorrei fare
    Dalla lettura riesco a visualizzare nella mente i luoghi da quanto hai descritto bene!Ho fatto ieri la val zebru’ seguendo le tue indicazioni..top!!!
    Massimo dei voti x Benedetta!!!!!!

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